Tracce di Speranza by Pierce Blake

autore:Pierce Blake [Pierce Blake]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Mystery & Detective, Women Sleuths, General, Thrillers, Suspense
ISBN: 9781640294332
Google: eydaDwAAQBAJ
editore: Blake Pierce
pubblicato: 2018-05-07T22:00:00+00:00

CAPITOLO VENTITRÉ

Le ore seguenti passarono in un caos. Keri ed Evie ebbero appena un momento da sole insieme prima dell’irruzione della SWAT. Non cercarono comunque davvero di parlare. Più che altro si tennero l’una con l’altra. Anche quando furono portate in ospedale in ambulanza, vennero loro messe le flebo e furono avvolte in coperte termiche, non si lasciarono le mani.

Keri apprese che Ray era vivo. Era già stato trasportato nello stesso ospedale loro con una ferita da arma da fuoco superficiale all’avambraccio sinistro. Lui non voleva andare, ma la SWAT non era dell’umore di negoziare, e così praticamente l’avevano costretto a salire nell’ambulanza.

Apparentemente aveva attirato l’attenzione della sicurezza in giacca rossa sparando molti proiettili in aria sopra la folla nella Festival Hall, poi portando le guardie a caccia fino alla piscina, dove si era chiuso dentro a una dispensa per le provviste e aveva tenuto a bada molteplici aggressori finché non era arrivata la cavalleria. A un certo punto, nella confusione aveva perso le cuffie, il che spiegava la mancanza di comunicazione.

Keith aveva perso la comunicazione perché era stato arrestato. Quando la polizia aveva scoperto che un ragazzo qualunque se ne stava in una macchina parcheggiata a mezzo isolato dall’immobile con cuffie e laptop, avevano deciso di portarlo in custodia e di occuparsene dopo. Successivamente era stato rilasciato.

Ci fu una breve calma dopo che Keri ed Evie furono portate al pronto soccorso e fu determinato che non avevano ferite gravi ma prima che i dottori entrassero per fare altri esami più accurati. Madre e figlia sedevano in letti d’ospedale mobili l’una accanto all’altra, separate dal mondo da una sottile tenda verde vomito. Per un po’ nessuna di loro parlò.

“Lo sapevo che saresti venuta per me,” disse piano finalmente Evie.

“Come facevi a saperlo?”

“Mi hanno presa, mi hanno nascosta, e mi hanno usata per sei anni. Ma non potevano continuare a tenere il mondo fuori per tutto quel tempo, mamma. Ho visto i notiziari. Quello che mi ha presa a dire il vero mi ha mostrato la conferenza stampa dopo che mi hanno rapita, quella in cui piangevi nel parcheggio. Rideva di te.”

“Mi dispiace tanto, tesoro,” disse Keri cercando di impedire alla voce di spezzarsi.

“Pensava che la cosa mi avrebbe spezzata,” continuò Evie, la voce sorprendentemente neutrale. “Ma quello che non capiva era che anche solo vedere la tua faccia mi dava conforto. Sapere che ti importava così tanto… Mi sono aggrappata a questo in quegli anni in cui sembrava che non ci fosse speranza. E poi…”

La voce le si affievolì. Keri avrebbe voluto disperatamente che continuasse, ma non voleva spingere troppo e farla chiudere. Tutto ciò che sua figlia avrebbe detto volontariamente era una benedizione, considerando le circostanze. Ma Evie si riprese e proseguì.

“E poi ho sentito che eri diventata una poliziotta. Ho visto alcune delle storie in cui salvavi i ragazzini. E sapevo che alla fine mi avresti trovata. Non ne ho mai dubitato. Be’, la maggior parte delle volte.”

Keri si mise a chiedere della “maggior parte delle volte” ma venne interrotta da un gruppo di medici che sciamarono nella stanza tutti nello stesso momento.

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